Recensione "Pane cose e cappuccino dal fornaio di Elmwood Springs" di Fannie Flagg
Benvenuti cari lettori! Come state?
Torna un nuovo appuntamento con i nostri GdL, è il momento di parlarvi dell'ultimo romanzo di Fannie Flagg letto con il club delle #cetriolinesottoaceto. E' il quinti romanzo di questa autrice e il quinto mese che questo GdL è attivo! Abbiamo ovviamente già scelto la prossima lettura, proseguiremo anche a novembre con "Miss Alabama". Ma bando alle ciance, e veniamo alla recensione!
TITOLO:
Pane cose e cappuccino dal fornaio di Elmwood Springs
AUTORE: Fannie Flagg
EDITORE: BUR- Rizzoli
PAGINE: 480
PREZZO: 12€
GENERE: Narrativa contemporanea Trama:Dena è una splendida e ambiziosa stella nascente della televisione degli anni Settanta. L'aspetta un futuro più che promettente, ma il suo presente è irto di complicazioni e il passato avvolto nel mistero. Tutti i nodi della sua vita vengono al pettine quando è costretta a lasciare l'amata New York per fare ritorno nella cittadina della sua infanzia, Elmwood Springs, Missouri. Dove rivede una vecchia amica pronta a buttarsi nel fuoco per lei; i parenti chiaccheroni ma saggi; una pioniera delle trasmissioni via etere. E altri personaggi teneri e bizzarri, tutti ammaliati da una donna che, senza sapere dove sia la sua casa e neppure cosa sia l'amore, proprio grazie a loro mette le basi per un futuro nuovo ed inaspettato.
Ed eccoci qui a parlare nuovamente di Fannie Flagg. Una nuova recensione ma vecchi scenari e vecchi personaggi: ebbene si, ritroviamo tra le pagine di "pane, cose e cappuccino" diversi cari amici che abbiamo imparato a conoscere in altre letture... questo romanzo è infatti direttamente collegato a "In piedi sull'arcobaleno" e "Voli acrobatici e pattini a rotelle", non solo attraverso i personaggi e i luoghi dotati di magia e incanto ma anche nello stile: ho finalmente trovato la Fannie Flagg di "voli acrobatici e pattini a rotelle". Rapido, scorrevole, divertente, riflessivo e ricco di tematiche sociali importanti tornate ad essere il fulcro della narrazione: finalmente!
Riporta attenzione ad esempio la realtà, poco sconogiuta, dei "Neri Bianchi" in una america di fine anni 40 o anni 70 in cui il razzismo e la segregazione raziale erano all'apice della società. Parla di "disturbi d'ansia" e "stress da lavoro correlato" insomma, gli spunti di riflessione storici, sociali o culturali non mancano nonostante la leggerezza e l'allegria di Fannie Flagg: uno dei segreti del suo successo credo sia proprio la semplicità con cui tratta determinati argomenti. Welcome Back Fannie! Nemmeno a dirlo si è rivelata una lettura più che piacevole, nonostante qualche personaggio indigesto e qualche momento che passa un pochino più in sordina, ma non ci possono mica sempre piacere tutti in tutti i momenti! Lo stile è ancora una volta impeccabile: semplice, lineare, diretto, ricco di dialoghi e il tutto circondato da una sottile ironia che solo la Flagg riesce a inserire e celare tra le righe dei suoi romanzi. La storia è meno dolce e "sognante" delle altre, è anzi in qualche modo tormenta e sofferta: le ansie e le paure della protagonista emergono piano piano, quasi in sordina, pagina dopo pagina e il lettore si ritrova coinvolto in un mondo emotivo non indifferente: le paure e le ansie di Dena diventano le nostre paure e le nostre ansie. Non è una storia spensierata e allegra, è anzi ricca di tristezza e dolore, tando che anche la narrazione, nei punti più salienti subisce un rallentamento come se la Flagg volesse farci soppesare le ansie e i turbamenti di Dena. Per fortuna però i personaggi macchietta, ironici e divertenti sempre pronti a sdrammatizzare e alleggerire il peso della narrazione non mancano! Zia Elner è unica, mi immagino un dialogo tra lei, Lenore e nonna Smith: amanti di Fannie Flagg ditemi, non sarebbe epico assistere? Ancora una volta, ed io adoro questa cosa, ci ritroviamo ad affrontare salti temporali: flashback come se piovesse ma sempre molto ben dosati e mai lasciati al caso... Per la prima volta dopo tanto aspettare, finalmente, molti pezzi lasciati sempre al caso o non conclusi trovano una degna "risoluzione": finalmente ogni cosa ha un senso e ed esiste un finale che potremmo in qualche modo definire reale. Non è un finale completo al 100% ma è un finale... con dettagli, soluzioni e "saluti". Un finale che si può, nonostante tutto, definire tale: grazie Fannie per non essere fuggita ancora una volta... a volte gli arrivederci sono necessari, capisco possano non piacere ma sono necessari. Ecco perchè ho dato 4 zampette e non 3 e mezzo come a "voli acrobatici" che comunque ho adorato e restereà sempre nel mio cuore dopo "pomodori verdi fritti". Lo consiglio ovviamente a tutti gli amanti di Fannie Flagg e a tutti coloro che cercano una lettura piacevole, scorrevole, leggera ma non troppo...
Riporta attenzione ad esempio la realtà, poco sconogiuta, dei "Neri Bianchi" in una america di fine anni 40 o anni 70 in cui il razzismo e la segregazione raziale erano all'apice della società. Parla di "disturbi d'ansia" e "stress da lavoro correlato" insomma, gli spunti di riflessione storici, sociali o culturali non mancano nonostante la leggerezza e l'allegria di Fannie Flagg: uno dei segreti del suo successo credo sia proprio la semplicità con cui tratta determinati argomenti. Welcome Back Fannie! Nemmeno a dirlo si è rivelata una lettura più che piacevole, nonostante qualche personaggio indigesto e qualche momento che passa un pochino più in sordina, ma non ci possono mica sempre piacere tutti in tutti i momenti! Lo stile è ancora una volta impeccabile: semplice, lineare, diretto, ricco di dialoghi e il tutto circondato da una sottile ironia che solo la Flagg riesce a inserire e celare tra le righe dei suoi romanzi. La storia è meno dolce e "sognante" delle altre, è anzi in qualche modo tormenta e sofferta: le ansie e le paure della protagonista emergono piano piano, quasi in sordina, pagina dopo pagina e il lettore si ritrova coinvolto in un mondo emotivo non indifferente: le paure e le ansie di Dena diventano le nostre paure e le nostre ansie. Non è una storia spensierata e allegra, è anzi ricca di tristezza e dolore, tando che anche la narrazione, nei punti più salienti subisce un rallentamento come se la Flagg volesse farci soppesare le ansie e i turbamenti di Dena. Per fortuna però i personaggi macchietta, ironici e divertenti sempre pronti a sdrammatizzare e alleggerire il peso della narrazione non mancano! Zia Elner è unica, mi immagino un dialogo tra lei, Lenore e nonna Smith: amanti di Fannie Flagg ditemi, non sarebbe epico assistere? Ancora una volta, ed io adoro questa cosa, ci ritroviamo ad affrontare salti temporali: flashback come se piovesse ma sempre molto ben dosati e mai lasciati al caso... Per la prima volta dopo tanto aspettare, finalmente, molti pezzi lasciati sempre al caso o non conclusi trovano una degna "risoluzione": finalmente ogni cosa ha un senso e ed esiste un finale che potremmo in qualche modo definire reale. Non è un finale completo al 100% ma è un finale... con dettagli, soluzioni e "saluti". Un finale che si può, nonostante tutto, definire tale: grazie Fannie per non essere fuggita ancora una volta... a volte gli arrivederci sono necessari, capisco possano non piacere ma sono necessari. Ecco perchè ho dato 4 zampette e non 3 e mezzo come a "voli acrobatici" che comunque ho adorato e restereà sempre nel mio cuore dopo "pomodori verdi fritti". Lo consiglio ovviamente a tutti gli amanti di Fannie Flagg e a tutti coloro che cercano una lettura piacevole, scorrevole, leggera ma non troppo...
Best Wishes ♥
Lu
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