Giornata Mondiale contro la violenza sulle Donne🙅‍♀️👠


Benvenuti lettori e lettrici! Rieccoci con una nuova rubrica dedicata alle giornate mondiali.
Oggi è una giornata molto particolare per la sottoscritta in quanto da ormai un anno lavoro come volontaria in un centro antiviolenza della mia zona, e posso dire di averne viste e sentite un pò di tutte i colori. Oggi infatti è la Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne.
Ma sappiamo cosa significa violenza? Per colpa di una narrativa anche troppo utilizzata dai media e dai giornali, è di norma ormai pensare che violenza equivalga a lividi, a ossa rotte, a sangue, stupri... tutte cose che sì, è vero, ci sono, ma non sono tutto.
Altra norma ormai è credere che la violenza arrivi dall'esterno, da uno straniero, da uno sconosciuto... ma la maggior parte delle volte la violenza avviene fra le mura della propria casa. La violenza viene commessa dal marito, dal padre, dal fidanzato, da un parente, da un conoscente, da un amico... E difficilmente si sa.
Bisogna partire dal presupposto che con il termine violenza, e più nello specifico violenza sulle donne, si debba per forza citare quel fenomeno mondiale che coinvolge tutte le donne: la violenza di genere o Gender-related Violence. Che cosa significa?
Per Violenza di Genere si intende ogni forma di violenza che viene mossa contro una donna soltanto per il fatto di esser donna. Un modo sicuramente arcaico di vedere la figura femminile, non vi pare?
Ma torniamo sul discorso della violenza.
La violenza non è solo quella che lascia lividi e cicatrici, non è per forza stupro o percosse, la violenza è anche quella che avviene nel tempo, che striscia sotto la pelle e dentro le ossa, che un uomo insinua nella mente della donna, facendole credere di non essere abbastanza donna, di non essere abbastanza brava o abbastanza bella, di non essere intelligente, e di non meritarsi nulla tranne quel che ha, perchè tutto quel che succede, tutto quel che avviene nella sfera intima, è colpa sua e se lo merita. La violenza è quella che lascia una donna inerme, perchè l'uomo la rinchiude in casa, allontanandola dalla famiglia, allontanandola dagli amici e dalle conoscenze perchè vuole averla tutta per sé, controllarla e possederla. La violenza è quella che porta le donne a non saper fare ad andare in banca da sole e a non poterci andare da sole, quella che obbliga le donne a non poter lavorare perchè è l'unica cosa che deve fare è stare in casa, badare i figli, pulire, far trovare la cena pronta e un letto caldo... e perchè no, un corpo pronto. Volendo o nolendo.
La violenza è economica, è sessuale, è fisica e psicologica.
E poi cosa si sente dire in televisione?
"Era un uomo così bravo, così gentile, così insospettabile. Chissà che cosa gli ha detto la poveretta per farlo reagire così, chissà com'era vestita per aver provocato una reazione del genere, chissà che cosa si aspettava... dopotutto ha accettato l'invito, dopotutto è entrata nel suo appartamento, nella sua stanza."
Ed è qui che sorge il problema, nel rendere la vittima una colpevole. Colpevole di aver messo una gonna troppo corta, di aver accettato un invito, di essersi innamorata di un uomo che di fronte al mondo è un angelo, un brav uomo, un ottimo padre... ma poi fra le mura della casa diventa un mostro. Diventa colpevole di voler lavorare, di voler uscire, di voler flirtare... Di volersi divertire.
I giornali, le televisioni dovrebbero farsi un'altra domanda: "Perchè non si riesce ancora a trovare una soluzione alla violenza? Perchè è ancora la donna che deve andarsene di casa, dopo esser stata picchiata, violentata psicologicamente, rinchiusa, privata di tutto? Perchè la legge non è ancora abbastanza presente per queste donne? Perchè un uomo maltrattante è libero di poter continuare a maltrattare, passando quasi per vittima a volte... quando la narrativa del chissà com'era vestita è ancora sulla bocca e le dita di tutti?"

E non dimentichiamoci del femminicidio. Donne uccise, per esser donne.
Fino al 19 novembre di quest’anno, sono state 96 le donne uccise. Tre quarti di queste da un fidanzato, un marito, un ex.

E poi ci sono le sopravvissute, tutte le donne che hanno il coraggio e la forza di scappare e di denunciare. Devono essere considerate sopravvissute e non vittime. Sopravvissute sì, anche se le ferite saranno difficilmente rimarginabili, soprattutto quelle che coinvolgono lo spirito, la mente e l'anima.
ISTAT dichiara che il 31,5% delle donne fra i 16 e i 70 anni (6 milioni 788 mila) ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Ciò equivale dire ad 1 donna su 3. A cui si aggiungono le vittime di violenza psicologica ed economica.
E bisogna per forza ricordare che questo stato di pandemia ha acuito il problema. Durante lo scorso lockdown di marzo-giugno 2020 infatti, le chiamate al numero antiviolenza 1522 sono state più di 15 mila, vale a dire il 119,6% in più rispetto allo stesso periodo del 2019.
Vale la pena citare una nuova forma di violenza che sta prendendo sempre più piede soprattutto fra i giovani. Di cosa si tratta?
Del Revenge Porn. Una forma di vendetta attuata dal fidanzato, ex fidanzato che pensa di poter così punire la ragazza mettendo sul web immagini private che essa ha condiviso in un momento di totale fiducia, forse ingenuità, perchè innamorata e perchè sicura che il ragazzo non potrebbe mai farle del male.
Proprio già fra i banchi di scuola si capisce dove risiede il "male": quando il fidanzato chiede alla ragazza una prova del suo amore, pregandola di mandare foto intime così che lui sia assolutamente certo del suo impegno. Quando le chiede in continuazione la sua posizione, con chi è, cosa fa, com'è vestita... Ingenuamente, queste forme di controllo possono passare per gelosia, soprattutto quando succedono a ragazzine al loro primo approccio e non si rendono conto di quanto rischioso questo comportamento sia.

L'argomento della violenza sulle donne è ampio, talmente tanto che è difficile poterne parlare in modo completo in una pagina blog.

E ancora... mi è capitato più di una volta sentir dire: è colpa dell'alcol, è colpa della droga... del gioco, delle dipendenze. Ma no. Non è così. O meglio, droga, alcol, dipendenze di qualsiasi tipo accentuano soltanto il problema che c'è alla base. Un uomo violento è violento perchè è così, perchè è nato in un ambiente violento e perchè nessuno si è mai preso l'impegno di crescerlo in modo che sapesse cosa significa portare rispetto ad una donna, a tutte le donne. Perchè l'ambiente in cui è cresciuto a sua volta molto probabilmente era disfunzionale e violento: probabilmtente lo stesso padre era violento e la madre sottomessa.
Se un ragazzo cresce in questo modo, nel momento in cui inizia a rapportarsi con le donne, fidanzata, collega, amica, moglie o figlia che siano... soltanto per il fatto di essere donne e per il fatto che il suo vissuto sia stato malsano e sbagliato, lo porterà a credere che sia normale picchiare, urlare, maltrattare, controllare ogni figura femminile che gli passi davanti nell'arco della sua intera vita.

Così come per molti uomini è normale fischiare dietro ad una donna che cammina per strada, credendo di farlo in modo lusinghiero; oppure per molti è normale fare battute allusive sul lavoro, allungare le mani, non accettare un no come risposta alle avanche. Normale per loro significa portare la donna all'esasperazione e magari costringerla anche al licenziamento e poi magari andare a dire in giro "Ma era anche una frigida."

E normale è la tradizione malata che la società impone sulla figura delle donne in generale. A tal proposito mi sento di lasciarvi un paio di video che parlano al posto mio. Ormai mi sono dilungata abbastanza e per citare ogni forma di schifezza che l'uomo e la società impone sulle donne questa pagina blog non basterebbe mai. Quindi vi prego di guardare questi video e magari lasciare un commento così da poterne discutere assieme.



“Per tutte le violenze consumate su di lei, per tutte le umiliazioni che ha subito, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l’ignoranza in cui l’avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato, per le sue ali che avete tarpato, per tutto questo: in piedi, signori, davanti ad una Donna!” WILLIAM SHAKESPEARE



TITOLO:
L'Uomo Nero non Esiste

AUTORE:
Simona De Cupis

EDITORE:
Simona De Cupis

PAGINE: 310

PREZZO: 12,00€

GENERE: Romanzi Rosa, Narrativa su famiglia e relazioni




TRAMA:

Anna tiene a bada il dolore di una violenza subita da bambina, adottando la tecnica della sua famiglia: l’oblio. L’eco dell’umiliazione subita per lei sarà l’Uomo Nero, senza un volto né un nome, che le ha rubato la pace. Sospesa tra il reale e l’immaginario, Anna fugge alla ricerca di storie e personaggi che le permetteranno di non soccombere alla sofferenza. La fuga però non le porta leggerezza, non la libera dal peso della ferita, che si riapre ogni volta che un uomo si affaccia nella sua vita. Stanca del sogno di scrivere, rinuncerà al suo lato magico, a cavalcare unicorni e a scorgere fate dietro ai fiori, prendendo decisioni “concrete e mature” per il suo futuro, mutilandosi però di ogni tipo di incanto. Tuttavia, sarà proprio l’intervento di un personaggio speciale che le consentirà di accogliere il ricordo di ciò che è stato. Avrà ogni risposta tranne una. Cosa definisce ciò che noi chiamiamo reale?

TITOLO:
Le Pantofole dell'Orco.
Storie di un Amore Crudele.

AUTORE:
Rosalind Penfold

EDITORE:
Sperling & Kupfer

PAGINE: 265

PREZZO: 5,95€

GENERE: Narrativa a fumetti




TRAMA:

Per dieci anni Rosalind ha convissuto con un uomo che, dopo l'idillio iniziale, si è rivelato violento, crudele, bugiardo, traditore, alcolista. Nel corso di questa escalation di abusi e umiliazioni, la donna ha tenuto un diario a disegni che ora, a qualche anno di distanza, ha trovato il coraggio di pubblicare. I fumetti, grazie alla loro immediatezza, riescono a trasmettere il loro messaggio ai lettori con più forza e intensità, soprattutto con un tema così sconvolgente.

Best Wishes ♥
Gio

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