Double Review #2: Bohemian Rhapsody



Bentrovati lettori e lettrici e benvenuti nella seconda puntata di “Double Review” una rubrica dedicata alle recensioni di libri, fan-fiction, film e serie tv.
Apriamo questo mese di doppie recensioni con un’analisi relativa a un film rivelazione che abbiamo aspettato con trepidante attesa per mesi o forse anni... stiamo parlando di Bohemian Rhapsody!


BOHEMIAN RHAPSODY

di Dexter Fletcher e Bryan Singer

con:
Rami Malek, Joseph Mazzello, Lucy Boynton, Allen Leech, Michelle Duncan, Aaron McCusker, Max Bennett, Gwilym Lee, Ben Hardy

Paese: Gran Bretagna e USA, 2018

Genere: biografico, drammatico, musicale

Durata: 132 minuti

Distribuzione: 20th Century Fox



Trama
Bohemian Rhapsody, il film diretto da Bryan Singer e Dexter Fletcher, è una coinvolgente celebrazione dei Queen, della loro musica e del loro leggendario frontman Freddie Mercury, che sfidò gli stereotipi e infranse le convenzioni, diventando uno degli artisti più amati al mondo.
Il film ricostruisce la meteorica ascesa della band attraverso le sue iconiche canzoni e il suo sound rivoluzionario, la sua crisi quasi fatale, man mano che lo stile di vita vita di Mercury andava fuori controllo, e la sua trionfante reunion alla vigilia del Live Aid, quando Mercury, afflitto da una gravissima malattia, condusse la band in una delle performance più grandiose della storia del rock.
•˜I pensieri di Lu

Per un’amante dei Queen come me che, nonostante non sia più un’adolescente, possiede ancora un poster di Freddie Mercury incorniciato in camera da letto, parlare di un film dedicato ad i suoi idoli musicali di sempre non è certo facile… così anche questa volta non so assolutamente da dove partire: troppe emozioni affollano la mia mente ed ho letteralmente il cervello in tilt.
Prima di iniziare credo che sia però opportuna una piccola precisazione: non è un documentario! Basta polemiche relative alle imprecisioni riguardanti date, costumi o personaggi. E’ un film ispirato alla vita del frontman dei Queen e a come questo sia diventato una leggenda rendendo per sempre immortale la sua essenza, restando così nei cuori di tutti nonostante tutto anche a distanza di anni.
Ripercorre, più o meno fedelmente, i passi e le scelte di una persona attraverso le difficoltà della vita: Bohemian Rhapsody è qualcosa di più di un semplice biopic. E’ in grado di far riflette, far emozionare e coinvolgere lo spettatore a 360 gradi e non solo grazie alle musiche a un cast eccezionale… lo spettatore cresce con Freddie, soffre con lui, ragiona con Brian May, scrive con Roger Taylor, riflette con John Deacon e suona con i Queen al completo. Perché i Queen sono, e saranno, per sempre quattro… insieme sono una leggenda: ogni singolo componente è una leggenda!
Dopo questa breve presentazione è giunto il momento di analizzare il film in quanto tale, ignorando l’amore per i Queen e tutte le polemiche che quest’opera ha scatenato: dallo scandalo relativo al regista, all’abbandono di Sasha Baron Cohen dal ruolo di Freddie, alle imprecisioni storiche presenti…
Nonostante tutto questo Bohemian Rhapsody è un film più che riuscito: emozionante, coinvolgente, rapido, scattante, orecchiabile, divertente ed eccentrico riesce facilmente a far breccia nel cuore dello spettatore tenendolo incollato allo schermo fino alla fine della proiezione facendogli desiderare minuti aggiuntivi, magari dopo i titoli di coda con nuove scene di un paio d’ore relative ad un qualche concerto dei Queen.
La musica regna sovrana. Non passa in secondo piano e, nonostante la narrazione di base, resta una componente fondamentale per ogni singola scena: ogni cambiamento è segnato da una canzone, più o meno famosa. Magistrale e perfetta la scena relativa alla canzone Bohemian Rhapsody che con ironia e un po' di estro ricrea la nascita di una delle opere più famose dei Queen. Allo stesso modo la meravigliosa scena di We Will Rock You riporta alla luce la nascita del ritmo più conosciuto al mondo: nessuno ha bisogno della melodia per riconoscerla, bastano tre suoni nell’ordine giusto per richiamare la melodia alla mente. Creatività, estro, sperimentazione… sono queste le parole che rappresentano al meglio il lavoro dei Queen.
Il film prende in esame ogni parte della loro vita e del loro lavoro cercando di rendere i protagonisti più reali e veri: non sono icone intoccabili. Hanno i loro difetti e i loro pregi. Incontrano difficoltà e sofferenze: si scontrano, litigano e si ritrovano proprio come accade in ogni relazione umana. Brain May si rivela un personaggio iconico, preciso, riflessivo in grado di tenere uniti i componenti di un gruppo a volte un po' troppo diversi tra loro. Grazie Brian per questo meraviglioso lavoro.
Il cast è fenomenale e non solo per la somiglianza degli attori scelti per interpretare la band ma anche per il lavoro che questi hanno fatto su di sé per interpretare i membri della band più amanta e controversa di sempre: non deve essere stato facile ricreare i movimenti, gli sguardi e lo stile di questi artisti. Ma soprattutto non deve essere stato facile gestire la pressione che ne derivava: interpretare i Queen?
Troppe responsabilità! Solo 4 attori completamente folli avrebbero potuto accettare… per fortuna li hanno trovati! Ed il risultato è stato strabiliante.
Nulla da recriminare a riguardo: tutto perfetto.
Perfetti anche tutti gli altri attori: meraviglioso e fenomenale il rapporto tra Mary e Freddie, un rapporto che va oltre all’attrazione. Una forma di amore vero e sincero che non si esaurisce e continua imperterrito negli anni nonostante tutto. Lei, l’unica donna della vita di Freddie che ci sarà sempre e non lo lascerà mai. Lei che lo ama per quello che è in una sorta di amore platonico indistruttibile.
Non parliamo di Jim, un personaggio poco visibile ma di grande rilievo che con poche frasi riesce a far riflettere chiunque a lungo.
Toccante, e per me decisamente devastante, la scena in cui Freddie scopre di aver contratto l’AIDS e lo condivide con il gruppo: ammetto di aver pianto anche se ero ben consapevole del fatto che ci fosse una bella discrepanza dalla realtà.
Insomma le imprecisioni ci sono e sono visibili ma ammettiamolo a chi importa?
A me no di certo.
Ed è giusto così: Freddie è Freddie, la leggenda che tutti amano e che deve rimanere in parte misteriosa per conservare e ampliare il suo fascino.
Nonostante le imprecisioni per la durata del film, la scorrevolezza, l’interpretazione dei protagonisti, la capacità di coinvolgimento, le musiche e il desiderio di saperne di più attribuisco 5 zampette a Bohemian Rapsody.
Buona Visione ♥

The Show Must go on.



•˜I pensieri di Gio

Bohemian Rhapsody. Temevo che non sarebbe stato all'altezza delle mie aspettative e sicuramente ho ritrovato alcune imprecisioni, ma devo ammettere che è stato un perfetto tributo ai Queen e a Freddie. Gli attori protagonisti sono stati scelti con sapienza: un Rami Malek, colui che ha impersonato Freddie in modo notevole, perfetto nella somiglianza fisica e gestuale. Un Gwilym Lee, che è stato in grado di cogliere straordinariamente il personaggio che era Brian con tanto di movenze, espressioni, ricci, il suo essere il collante del gruppo… insomma, pacchetto completo. Ben Hardy e Joseph Mazzello, che forse rimangono un po' più in ombra ma che comunque riescono ad entrare benissimo nei loro personaggi. Sono stati tutti capaci di riportare alla vita l'immagine del gruppo che erano i Queen.
Ho ritrovato l'unicità e lo stile del gruppo, la personalità stravagante di Freddie Mercury, il suo carisma… tutto è stato fatto per essere praticamente perfetto. Forse anche un po' troppo perfetto. Ovviamente non dobbiamo dimenticarci del fatto che è un film, che non si può raccontare la vita di una persona, del dio del rock 'n roll, in 2 ore e mezza e che forse ci sono stati troppi abbellimenti su una storia che non è stata proprio così. Ma d'altronde come si può dire così tanto in così poco? Ci stanno le lacune, ci stanno alcune aggiunte di copione ma alla fine di tutto, io i brividi li ho sentiti. Tutti. Grazie alla musica. In quel quarto d'ora finale ho potuto vivere quel fantastico concerto al Wembley Stadium. Mi sono sentita lì, con loro. Non ero nemmeno ancora nei pensieri dei miei genitori quando i Queen erano i Queen, ma in casa mia ci sono sempre stati e mio padre mi ha sempre educata alla musica con una certa attenzione. Mi fece vedere il concerto, ripescandolo su un canale YouTube, e ricordo quanto fossi esaltata. Avevo forse 12 anni e mi vibrava l'anima. Ecco, questo è quel che ho provato per la maggior parte della durata del film, sentivo l'anima vibrare. Dopotutto, quel che conta è questo: lasciamo perdere le imperfezioni, io ho vissuto i Queen. La loro musica, la loro pazzia, la passione, i problemi, le manie e i vizi di Freddie e il suo amore smisurato per quella donna, Mary Austin, che l'ha aiutato a diventare quello che era arrivando quasi al punto di annullarsi. Colei che l'ha riportato sulla retta via. Behind every great man there's a great woman, c'è nulla di più affine a questa storia?
Se lasciamo da parte tutto il resto, quello che conta è la musica e il tributo a Freddie. Perché ricalcare sul lato più oscuro della sua vita e di quella del gruppo? Ci sta l'informazione e la sincerità ma quel che cercavo io era la voglia di rivivere le emozioni che la musica dei Queen mi ha sempre dato. Questo film è stato un'ode alla musica che ha fatto innamorare persone, piangere altre, arrabbiare… Ha fatto in modo che il mondo potesse assistere a qualcosa di magico e crescere con Freddie Mercury e i Queen. Non credo che avrebbero potuto fare di meglio, e come dice la mia collega… se avessi voluto conoscere la storia dei Queen nella sua interezza, cosa che dopotutto so già, avrei visto un documentario. Il film non poteva essere fatto in modo migliore secondo me. Abbiamo tutti potuto in qualche modo vivere il momento della creazione di Bohemian Rhapsody. Abbiamo potuto assistere "dal vivo", mi ripeto lo so ma è importante, ad un concerto che molti di noi hanno visto dal piccolo schermo di un computer o di una Tv. Quel Live Aid al Wembley Stadium ha fatto la storia per più di un motivo. We Are The Champions ha smosso ogni singola cellula del mio corpo così come Radio Ga Ga e quei 40 secondi di Ay-Oh in cui Freddie da solo trascina tutta la folla, tutta, dal primo all'ultimo.
Cosa potevamo volere di più? Sinceramente, cosa si poteva aggiungere a tutto ciò? Perché togliere l'attenzione dalla storia di Freddie? Credo che chi abbia trovato la forza di criticare negativamente e pesantemente questo film non abbia colto il vero messaggio di chi ha ideato il progetto o comunque l'intenzione che c'era dietro (ed evitiamo di parlare di venalismo a questo punto): continuare a ricordarci di Freddie Mercury. Continuare a farlo passare alla storia e farlo conoscere a quelle certe generazioni più giovani che al momento credono che gli unici "Dei" della musica siano quelli che imprecano e dicono parolacce strofa dopo strofa, che non sanno più cosa voglia dire armonizzazione, sincronia fra suono e voce, né tanto meno sanno più cosa sia il vero rock 'n roll. Io mi auguro che padri e madri abbiano portato i propri figli al cinema e che abbiano presentato loro questi idoli, i Queen. Quindi cosa c'è di così brutto, terribile e insopportabile in tutto ciò?
Ecco, allora qui concludo dicendo che tutto è stato fatto per lui e in un certo senso per noi. Al diavolo le incorrettezze, al diavolo le problematiche… Rami Malek è stato fantastico, non ha abbandonato Freddie nonostante le complicazioni con il regista. Rami Malek ha ridato vita a Freddie e tutto il resto, per quanto mi riguarda, è solo inutile chiacchierio. Freddie è tornato per noi ancora una volta.
Voto 5 su 5, perché se lo meritano il film, gli attori, chi l'ha creato e quel ragazzo dalle idee strane, Farrokh Bulsara, che muovendosi controcorrente ha fatto la storia.


CONSIGLIATO: Si
VOTO:
Best Wishes ♥
Lu & Gio

Commenti

  1. Troppe le critiche che sono state fatte a Bohemian Rhapsody. Basta prenderlo per ciò che è, ovvero finzione cinematografica, e passare un paio d'ore spensierate. Se poi non si è fan dei Queen mi chiedo, allora, perché andare al cinema a vederlo? Solo per il gusto di criticare la qualunque?
    Da fan dei Queen posso solo aggiungere che non rimpiango i soldi del biglietto.

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