E' domenica Calcare! #1 "Niente di nuovo sul fronte di Rebibbia"


Benvenuti cari lettori! Come state?
Siamo tornate con una nuova recensione e una nuova rubrica... stiamo lavorando e pensando a questa rubrica da moltissimo tempo e non sapevamo come annunciarla, cosa dire, come motivarla... insomma ci siamo fatte 'na serie di ******** mentali che la metà bastava eh...
Ma ora eccoci qui a presentarvela senza troppi problemi, si spera almeno... rullo di tamburi:
....
...
"E' domenica Calcare!"
Una nuova rubrica a cadenza casuale (se se vabbè crediamoci, lo abbiamo visto tutto il calendario mensile... casuale si fa per dire!), chiaramente la domenica, in cui presenteremo, recensiremo e analizzaremo le storie di Zerocalcare nella speranza di trovare non solo riscontro in voi ma anche di poter lanciare spunti di riflessione importanti e interessanti: per chi non lo sapesse Zerocalcare dubito qualcuno non lo conosca ma mai dire mai è un fumettista italiano. Ma ora veniamo alla prima recensione...



TITOLO:
Niente di nuovo sul fronte di Rebibbia

AUTORE:
Zerocalcare

EDITORE:
BAO

PAGINE: 224

PREZZO: 18€

GENERE:
Narrativa a fumetti

Link all'acquisto!

Trama:
Dalla condizione dei carcerati di Rebibbia durante la prima ondata della pandemia all'importanza della sanità territoriale, da una disamina approfondita sul fenomeno della cancel culture alla condizione degli ezidi in Iraq, questa raccolta di storie di Zerocalcare è tra le più "serie" della sua carriera, ed è impreziosita da una storia inedita di quasi cento pagine, sull'ultimo anno della sua vita, quando si stava occupando della sua prima serie animata, "Strappare lungo i bordi" (disponibile dal 17 novembre su Netflix in tutto il mondo). Un libro importante, solo apparentemente fatto di storie disgiunte, che raccontano mirabilmente gli ultimi due anni dal punto di vista del fumettista di Rebibbia.

Ed eccomi qui, pronta ad iniziare una nuova recensione dopo un mese che non scrivo nulla... ammetto che l’ansia da prestazione un po’ si fa sentire, una nuova recensione dopo un periodo di fermo, soprattutto se sentita e legata a una narrazione sentita, è sempre un salto nel vuoto: piacerà? Riuscirò a tramettete i miei pensieri? Sarà all’altezza? Se poi a questo ci aggiungiamo che è per me non solo la prima recensione di una grafic novel ma è anche una prima recensione dedicata a una delle opere di Zerocalcare (fumettista italiano che personalmente adoro ma che dal punto di vista sociale o si ama o si odia) capite bene che la mia ansia è decisamente alle stelle!
Facciamo un patto vi va? Non chiamiamo quello che state per leggere recensione, approcciamoci a tale lettura piuttosto come una raccolta di pensieri, una serie di brain-storming e di deliri post lettura: un po’ come quando dopo la fine di una stagione di una serie tv avete bisogno di blaterare a vanvera su quanto appena visto per prendere coscienza del fatto che davvero è finita la stagione... senza aspettative e senza pretese insomma ed io prometto che durante la stesura cercherò di riordinare un po’ le idee alla bene e meglio, d’accordo?
Torna in libreria dopo anni di attesa, una pandemia, una serie tv all’attivo e un momento di fama mondiale il papà dell’armadio più famoso d’Italia (perché ammettiamolo, tutti amiamo l’armadillo!): “niente di nuovo sul fronte di Rebubbia” è un libro importante, composto da “tavole” apparentemente disgiunte dalle narrazioni slegate, che raccontano dettagliatamente, ironicamente e cinicamente gli ultimi due anni dal punto di vista del fumettista di Rebibbia.
Le tavole attraversano mesi e anni affrontando diverse tematiche di attualità: dalla condizione dei carcerati di Rebibbia durante la prima ondata della pandemia all'importanza della sanità territoriale, da una disamina approfondita sul fenomeno della cancel culture alla condizione degli ezidi in Iraq trovando poi conclusione in una storia inedita di quasi cento pagine, sull'ultimo anno della sua vita, quando si stava occupando della sua prima serie animata, Strappare lungo i bordi per Netflix.
Come nasce? Quali paure porta? Come gestire qualcosa di così grande? Insomma un viaggio all’interno della mente e delle emozioni dell’autore significativo ed importante... nemmeno a dirlo l’ultima tavola si è rivelata la mia preferita.
Senza alcun dubbio questa nuova raccolta di storie è una tra le più "serie" della sua carriera: è irriverente, cinica, riflessiva, critica e a tratti quasi scomoda... ma Zerocalcare è così. Non la racconta, non tralascia, non “la manda a dire”.
È diretto, crudo e schietto... senza però risultare offensivo o volgare e questo ritengo essere senza alcun dubbio uno dei suoi più grandi punto di forza.
È un opera matura, dietro ogni fumetto, ogni pensiero e ogni tratto grafico c’è un pensiero... una linearità diretta ad una riflessione. Non è di certo una lettura spensierata, per quando rapida, scorrevole e piacevole. È una lettura impegnata, che tale vuole essere; è un po’ come se ogni pagina volesse spronare il lettore a pensare, ad uscire dalla propria comfort zone, dal proprio giaciglio o perché no dal proprio corpo e ad osservare il mondo da “fuori” senza lasciarsi trascinare dagli eventi e finalmente aprire gli occhi... siamo noi a vivere, siamo noi a decidere, siamo noi a pensare, siamo noi a dover riflettere.
Lo stile è inconfondibile sia a livello grafico (stile pulito ma non troppo, quasi abbozzato e inconfondibile, prevalentemente in bianco e nero con qualche inserto a colori) sia a livello lessicale: certo, il romanesco non scompare e resta parte fondamentale del linguaggio dei personaggi.
Consiglio questa lettura? Ovviamente si! La consiglio agli amanti di zerocalcare ma non solo, la consiglio a tutti coloro che cercano qualcosa con cui (e su cui) riflettere, che cercano di comprendere gli ultimi due anni e che desiderano incontrare qualcosa di intenso e attualmente impegnato che non si riveli un saggio pesante e complesso.


CONSIGLIATO: Si
VOTO:


Best Wishes ♥
Lu

Commenti

Post popolari in questo blog

Recensione "Racconti di amori e solitudini" di Dante Zucchi

Something New...#2: The Vanishing Stair di Maureen Johnson

Yes or No: promossi o bocciati? #7